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Articolo: Chiara Sonzogni
Fotografia: Maria Lupatini

 

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Intervista

Giada mi ha ospitato nel suo “nido”: un’accogliente mansarda a Corte Moronati. E` uno spazio piccolo ma capiente. Mi racconta che all’occorrenza si trasforma in spazio espositivo “In fondo” mi dice “basta spostare le mie cose”.

Mi invita a restare per pranzo. Esce a fare la spesa e torna con una bottiglia di vino color rubino. Cucina lei. La pasta ai funghi e` ottima.

Sulla strada del ritorno ripenso alle nostre chiacchiere e al pranzo. Trovo che la scelta degli ingredienti e la cura nella preparazione del cibo siano state espressioni dell’arte di Giada. Realizzo che ogni gesto e` lo specchio di Lei.
Confermo il potere della tavola, luogo eccezionale di incontro e racconto.

CS
Dove ci troviamo?

GC
In un luogo magico che mi ha richiamata dagli Stati Uniti. E` qui che inizia la mia giornata creativa, all’alba, vedendo il sole sorgere sui vigneti e stabilendo un contatto intimo con la natura meditativa di questo luogo.

CS
E` la tua fonte d’ispirazione?

GC
E` molto di più`, e` un’esigenza profonda, di ritorno alla semplicità`. Osservo e registro i modi in cui la natura sopravvive nel mondo urbanizzato e si riappropria dello spazio. Intanto cammino per srotolare il vortice dei miei pensieri. Molti artisti stanno comunicando questo bisogno di dimensione umana.

CS
Cosa vede il tuo occhio d’artista?

GC
Noto i dettagli. E` una tendenza che deriva dall’infanzia e che ora e` l’ingrediente della mia creatività`. Mi piacciono le forme ed i colori della natura, il desiderio di comunicarli visivamente e attraverso la manualità` e` un’esigenza. Se non lo faccio avverto un malessere fisico.

CS
Come restituisci queste visioni?

GC
Attraverso un processo di astrazione. Registro la realtà` attraverso la fotografia. Ho un archivio denso di immagini che ritornano nel momento giusto e che restituisco con i mezzi che ritengo più`opportuni: strutture in carta e filo di ferro, illustrazioni, disegni, ricami. E` una pratica di meditazione perché` le opere registrano il dialogo con i miei pensieri, anche con le distrazioni. L’azione creativa mi riporta pero`sempre al centro, dando solidità alla mente.

 

A pranzo come metafora d’arte…
LUOGO
Ogni luogo ha qualcosa da comunicare, ha una sua storia, una sua energia e devo tenerne conto quando realizzo le mie installazioni.

NATURA
La “Natura che sopravvive” e` oggetto delle mie attenzioni. Quando creo ne vedo solo le forme ed i colori.

DELICATEZZA
I materiali con cui lavoro rispecchiano la mia fisicità, sono fragili, come l’edera di carta, ma forti come il fil di ferro. Insieme sono resistenti e malleabili.

DETTAGLIO
Mia madre mi ha insegnato a notare le piccole cose. Con la mia arte ne sto amplificando il potere comunicativo.

PAZIENZA
E` una dote che mi manca ma che il processo creativo mi sta insegnando. L’arte mi sta dando una lezione di vita.